martedì 20 febbraio 2024

Pillole di musica casuale: I breathe - Vacuum

Oggi si apre una nuova rubrica: Pillole di musica casuale! 
Si tratta di una costola (anzi, di una costoletta) del blog che aprii diverso tempo fa su Tumblr, sul quale pubblicavo - ed ho ripreso proprio ieri - canzoni completamente a caso, ripescate dai famosi cassettini della memoria. Dal momento che il sopra citato blog è in lingua inglese, a parte i primi post, su queste pagine riproporrò il tutto in lingua italiana. 

Era il 1997 e in radio impazzava "I breathe" degli svedesi  Vacuum. La band giunse anche in Italia, precisamente al Festivalbar, facendo rientrare di diritto questo brano fra i tormentoni estivi.

A me tutto sommato non dispiaceva. In compenso non ho memoria di altre loro canzoni. Pare che i loro album, al di fuori di questo singolo, non abbiano avuto un gran successo nemmeno in patria. Prima o poi mi metterò d'impegno e rovisterò nella loro discografia per capire se il mancato successo degli altri brani sia immeritato o meno. 



mercoledì 14 febbraio 2024

Perchè Sanremo è Sanremo... pt 1

Questi sono pensieri sparsi, un flusso di coscienza. Ho mangiato la mia madeleine, insomma. Prendete il tutto così com'è. 


Nel mio blog personale sono solita pubblicare una mia modesta opinione in merito alle canzoni dei festival che seguo, ma quest'anno ammetto che tra addormentamenti (si dice "addormentamento" in italiano?) e vita sociale (un favoloso concerto dei Poesie Porne in quel di Ferrara, giusto per fare un esempio) devo ancora ascoltare bene tutti i brani! Quindi mi riservo di rimandare le mie "pagelle" ai prossimi giorni e, nel frattempo, pongo agli incauti lettori che passano da queste parti un dubbio amletico. Come mai, secondo voi, gli artisti partecipano al Festival di Sanremo con canzoni un po' "meh", ma nella serata dei duetti magari tirano fuori delle bombe pazzesche?
Un esempio su tutti: le canzoni di Mahmood non mi fanno impazzire; mi sono ritrovata a fare il tifo per lui soltanto perchè faceva parte della mia squadra nel Fantasanremo. Quando ho recuperato su Youtube il suo duetto con i meravigilosi Tenores di Bitti, beh... Mi si è aperto un mondo.
Porca miseria, quel ragazzo la voce ce l'ha. 
Ora... Non voglio fare la boomer della situazione, la trap è un genere che può piacere come non può piacere (io la digerisco poco e faccio poche eccezioni), però finalmente lo sento cantare senza quel canchero di autotune e mi piace. Cavolo se mi piace. 

La stessa epifania l'ho avuta lo scorso anno quando Elodie duettò in "American woman" con Big Mama. Elodie, sì, quella che ti fa un tormentone radiofonico, cantato divinamente e con tutti i crismi, ma che poi tutto sommato ti resta in testa quel tanto che ti serve per metabolizzarlo. Poi la senti fare un pezzo rock e dici: porca miseria. 

Non sto demonizzando l'artista (anzi!) e nemmeno il genere, perchè se dicessi che non amo il pop sarebbe una bugia bella e buona. Penso solo che sia il caso, a livello discografico, di dare il giusto merito alla voce di artisti con due attributi grossi come cocomeri. Di non snaturarli, di farli cantare quello che amano e non quello che gli viene imposto dall'alto. 

C'è una differenza, e personalmente la noto, tra chi fa il pezzo "piacione" perchè si diverte a farlo e chi invece lo fa perchè "deve". 
Tipo... Rimanendo sempre in tema Sanremo: secondo me i The Kolors a fare quel che fanno si divertono un sacco, ma la canzone del Festival mi sembra molto simile a quelle precedenti. Scelta commerciale? Temo. 

Vi invito a pensare a tutti quegli artisti che solitamente vengono criticati perchè considerati banali, insulsi, piacioni o altro. Secondo voi, quando sono in sala prove, che cosa fanno? Il compitino? Sì, certo. Ma poi arriva il momento in cui improvvisano una jam session, buttano all'aria gli spartiti (altra citazione sanremese) e scatta il caos, quello bello.

Non dico questo per convincere qualcuno (nè per autoconvincermi) che anche la musica che non ci piace sia per forza bella. Come ho detto, i gusti sono gusti ed è giusto così. Ma ricordiamoci che l'artista è prima di tutto una persona che si è fatta un mazzo tanto per arrivare dov'è.
E quindi non si fischia e non si insulta, nemmeno se si chiama Geolier e canta in napoletano. 

Ma questa è un'altra storia, e magari ne parlerò nella parte 2 o 3.